Abbiamo avuto la fortuna e l’onore di intervistare Luciana Castellina, giornalista, scrittrice, parlamentare e fondatrice de “Il Manifesto”. Oggi presidentessa onoraria di ARCI.
Partiamo dalle sensazioni che avevate nei giorni della Liberazione
Intanto diciamo che è stata una grande fortuna avere, come avevo io, 15 anni, 16 anni, quando c’è stato il 25 aprile, perché eravamo sicuri che avremmo cambiato il mondo e questa è stata una cosa che ci ha dato una grande carica. Abbiamo scoperto un mondo di cui non sapevamo niente e abbiamo poi avuto una grande certezza: volevamo cambiare il mondo. E poi se anche non ci siamo riusciti, è stato bello provarci.
Venivamo da anni di violenze di soprusi non soltanto dopo l’otto settembre ma lungo tutto il ventennio fascista.
Dobbiamo stare molto attenti a come trattiamo questo argomento perchè non dobbiamo parlare solo del passato del paese. Siamo credibili se diciamo che tutto quello che avviene attualmente somiglia al fascismo anche se non nelle forme “classiche” che conoscevamo perché altrimenti i giovani non ci capiranno nemmeno. Se noi diciamo che il punto di approdo della storia deve essere questa brutta società nella quale stiamo vivendo adesso non li convinceremo mai. Avranno solo l’idea che il passato era una bella cosa. Oggi ci sono guerre, ingiustizie e non è che possiamo fare i paladini di questa roba qua. Oggi il fascismo si può anche esercitare in forme meno clamorose perché i colpi di Stato non vengono più fatti, non c’è neanche bisogno di farli. Ci sono metodi meno rozzi per riuscire a togliere la democrazia. Non dico che siamo al fascismo ma la democrazia nella quale stiamo vivendo oggi è molto logorata.
A Viareggio abbiamo avuto una partigiana molto famosa come Vera Vassalle, una vera icona per la Resistenza in Versilia. Partendo da questo esempio come inquadresti il ruolo delle donne nella Resistenza.
Roberto Battaglia, comandante di una brigata in Lunigiana durante la guerra partigiana e che, dopo la guerra, divenne uno storico famoso, definì la Resistenza come “la società partigiana” mettendo l’accento su qualcosa di più grande del solo dato militare.Credo che la Resistenza italiana sia importantissima perché le donne, per esempio, sono state molte e decisive anche nell’apporto militare ma hanno fatto un lavoro straordinario, che è proprio quello della partecipazione della e alla società civile. Hanno educato, si sono emancipate, sono cambiate, sono diventate protagoniste della società del loro tempo, sono uscite da una condizione anche di subordinazione. E questo io trovo sia una cosa straordinaria e credo che questo aspetto della Resistenza vada molto ricordato altrimenti si riduce tutto solamente ad un conflitto. Invece è stata una una vera e propria rivoluzione, e le donne ne sono state protagoniste perché hanno dato un apporto che era del tutto nuovo.
ll fascismo oggi si manifesta in maniere un po’ meno rozze ma sempre pericolose
Per essere credibili nella nostra battaglia dobbiamo dimostrare che mettiamo tutto il nostro impegno, non solo nel ricordare le brutture del passato, ma anche quelle del presente. Lottare contro la guerra, contro le guerre che producono guerre civili, le ingiustizie e contro il logoramento della democrazia. Certo i partiti non sono più illegali come nel ventennio e non si usa più l’olio di ricino, però ci danno sempre meno possibilità per dire la nostra. Non hanno bisogno di metterti in prigione. I fascisti sono quelli che stanno lì per tutelare gli interessi dei potenti ma poi c’è una gran parte di gente che ha votato Fratelli d’Italia e che forse ha avuto l’illusione che nel fascismo si stava meglio che adesso. Ecco siccome adesso si sta maluccio se non facciamo con la stessa convinzione la battaglia contro il maluccio di oggi non riusciremo mai a riconquistarli. Per spiegarmi meglio: Togliatti fece una cosa meravigliosa quando tornò dall’esilio nel febbraio 1944 a Salerno che era appena stata liberata. Scrisse articoli sui giovani fascisti parlando con loro, cercando di farli ragionare, facendo lo sforzo di capire come pensavano e aiutarli a ripensare tutto. Cosa che poi è avvenuta largamente.
Credo che dobbiamo accostarci con la stessa idea nei confronti di questi nuovi ragazzi che sono fascisti. Certo restano le cose più brutte, la violenza e tutto il resto ma che dobbiamo avere anche la pazienza di capire perché tanta gente è stranita. Noi dobbiamo ragionare sull’oggi e cercare di capire che dobbiamo dare ancora di più .Dobbiamo combattere non è che abbiamo vinto.
Le dichiarazioni del Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa sono state delle vere e proprie provocazioni verso il 25 Aprile e la Liberazione.
Ma certamente. La Meloni è più intelligente e cerca di non fare queste uscite particolarmente idiote come hanno fatto La Russa e molti dei suoi. Ma certe affermazioni servono per creare dei miti: prendi per esempio il ruolo della donna. E’ evidente che essendo caduto il tasso di natalità degli italiani, la cosa più facile da dire è che dipende dal fatto che le donne lavorano invece di stare a casa e che per fare i bambini bisogna che le donne tornino a casa. E’ un’idea molto pericolosa. Dobbiamo dire però che anche noi non abbiamo fatto abbastanza per fare in modo che per una donna che lavora non diventi un inferno avere bambini. e che purtroppo molte donne devono rinunciarci. La prima cosa da fare non è rimandare le donne a casa, ma lottare, per esempio, perché ci siano degli asili nido che non finiscono alle quattro quando le donne finiscono di lavorare alle otto.
Non mi interessa convincere La Russa, mi preoccupo dei giovani per i quali con tutti questi discorsi, il fascismo rischia di essere la nostalgia per un mondo che non conoscono ma che viene mostrato con un bel volto che non ha mai avuto.
La grande forza della Resistenza italiana, e quella che l’ha resa diversa dalla Resistenza in altri Paesi europei, è che mentre negli altri Paesi europei quasi tutti i partigiani avevano dietro le loro spalle una legittimazione che era data dai governi democratici che erano stati spodestati dall’occupazione nazista, i nostri ragazzi non avevano niente dietro le spalle e un governo democratico non sapevano neanche cosa era. La forza dei partigiani italiani è stata quella di inventarsi un mondo nuovo che non conoscevano. I ragazzi che sono andati a fare i partigiani a diciott’anni l’hanno scoperto dopo, non quando sono andati a combattere. Hanno avuto questo grande coraggio di essere certi che si poteva fare un mondo diverso e nuovo, e che rischiavano la vita per una cosa che non sapevano nemmeno molto bene cosa fosse. Mi pare un insegnamento della Resistenza fondamentale. Bisogna avere la forza di reinventarsi un mondo nuovo. E’ l’insegnamento più importante verso i giovani. I partigiani sono stati come degli inventori: hanno rischiato la vita per inventarsi una cosa del tutto nuovo per l’Italia.
Per creare un paese completamente nuovo
E di cui non sapevano quasi niente. Cosa era la democrazia ? Boh, non la avevano mai vista.